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Rock Salta

Come una navigazione semplice migliora la fidelizzazione dei giocatori

Redacción

La prima impressione che un giocatore ha quando entra in un sito di casino è determinata dall’interfaccia e dalla facilità con cui riesce a muoversi tra giochi, bonus e sezioni. In un panorama competitivo come quello del gaming online, la semplicità nella navigazione diventa uno strumento decisivo per mantenere l’attenzione dell’utente. Per questo motivo, è essenziale che il design e la struttura del sito siano progettati per offrire un’esperienza senza ostacoli, dove ogni elemento risponda alle aspettative degli utenti. In questo contesto, kingmaker casino gioca un ruolo centrale, dimostrando come un’interfaccia efficace possa trasformare l’interazione in fedeltà a lungo termine.

La logica dell’usabilità nel settore dei giochi digitali

Nel mondo dei giochi digitali, l’usabilità non è solo una questione estetica. Un’interfaccia semplice consente ai giocatori di concentrarsi sui giochi, senza frustrazioni causate da menu complessi o da una disposizione poco chiara delle informazioni. Il successo di una piattaforma si misura anche dalla capacità di guidare intuitivamente l’utente verso le sezioni desiderate, siano esse legate al gaming, ai bonus o alle promozioni.

La chiarezza dei menu, la coerenza grafica e la rapidità di accesso alle funzionalità rappresentano dei pilastri fondamentali. I giocatori vogliono entrare nel vivo dell’azione il più rapidamente possibile, e un’interfaccia che soddisfa questa esigenza li invoglia a tornare.

Effetto diretto sulla fidelizzazione dei giocatori

Quando un utente si sente a proprio agio in un casino online, è più probabile che torni a giocare. Questo principio è alla base della fidelizzazione. L’esperienza positiva legata a una navigazione fluida crea un legame emotivo tra il giocatore e la piattaforma. Ogni clic agevole, ogni caricamento veloce, ogni passaggio logico rafforza la percezione di affidabilità e professionalità.

Non si tratta solo di offrire tanti giochi o bonus: l’esperienza utente deve essere continua e coerente. Anche i dettagli minori, come la disposizione degli elementi su schermo o l’accessibilità del supporto clienti, contribuiscono a costruire una relazione stabile con il giocatore.

Gaming personalizzato e accesso ai contenuti

Un altro aspetto fondamentale della navigazione intuitiva è la possibilità di accedere rapidamente ai contenuti preferiti. I giocatori cercano esperienze personalizzate, e un sito ben strutturato deve saper memorizzare le abitudini dell’utente, suggerendo giochi simili o promozioni adatte ai suoi gusti.

La sezione dei giochi, ad esempio, deve essere ordinata per categorie facilmente comprensibili, come giochi da tavolo, slot, giochi con croupier dal vivo. Le etichette devono essere leggibili, le anteprime dei giochi visibili e il sistema di ricerca rapido e preciso. Anche in questo ambito, il contributo di realtà come evolution è significativo, grazie a interfacce dinamiche che rendono ogni click un invito all’esplorazione.

L’integrazione dei bonus e delle promozioni

I bonus sono tra gli elementi più attrattivi per i giocatori, ma se non sono facilmente accessibili o chiari, perdono efficacia. Una navigazione ben progettata li posiziona in punti strategici del sito, visibili ma non invadenti. Il giocatore deve poter visualizzare, comprendere e attivare un bonus senza passaggi superflui o spiegazioni complicate.

La chiarezza nel regolamento, la possibilità di consultare i termini in qualsiasi momento e l’evidenza grafica del saldo bonus sono tutte caratteristiche che migliorano l’interazione. Una piattaforma che integra i bonus in modo naturale nel percorso del giocatore riesce a mantenerne alta l’attenzione e l’interesse.

Navigazione mobile e accessibilità

Un sito ottimizzato per dispositivi mobili è oggi imprescindibile. La navigazione semplice su smartphone e tablet rappresenta un ulteriore fattore di fidelizzazione. L’utente moderno vuole poter giocare ovunque, senza dover affrontare layout disordinati o caricamenti lenti.

Le piattaforme di successo, come kingmaker casino, dimostrano quanto sia importante adattare ogni elemento alla dimensione dello schermo, mantenendo tutte le funzionalità accessibili. Anche le animazioni, i popup e le notifiche devono essere ottimizzate, per garantire una fruizione fluida in ogni momento della giornata.

Evoluzione del design nei casino online

L’evolution del settore ha portato a una maggiore attenzione al design funzionale. I primi casino online erano spesso caotici, con grafiche pesanti e percorsi poco chiari. Oggi, l’approccio si basa sulla semplicità e sulla user experience, con interfacce pensate per accompagnare il giocatore in ogni fase del suo percorso.

Questo cambiamento ha avuto un impatto profondo sulla fidelizzazione. I giocatori sono più esigenti, cercano esperienze fluide e coerenti. L’aspetto visuale è diventato parte integrante della strategia di fidelizzazione, insieme alla qualità del gaming offerto.

Conclusione: la semplicità come leva strategica

In un mercato in costante crescita, dove ogni dettaglio può fare la differenza, offrire una navigazione semplice e diretta è un vantaggio competitivo reale. I giocatori apprezzano la possibilità di esplorare, scoprire e divertirsi senza ostacoli. Una struttura chiara, un design intuitivo e un’interazione immediata sono gli elementi che trasformano una visita occasionale in un’abitudine duratura.

Per i casino, investire nella semplicità significa investire nella soddisfazione del cliente. E quando il giocatore si sente compreso, seguito e rispettato, la fidelizzazione diventa una naturale conseguenza.

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En agosto | Skay en Salta y Santiago del Estero

Eduardo Pece

Será el regresó a nuestra ciudad luego de ocho años y la primera vez del guitarrista en SDE. Entradas a la venta.

Confirmado, como lo adelantó Rock Salta, el corazón de Patricio Rey regresa al NOA y serán dos fechas en el mes de agosto. Luego de presentarse en Catamarca en abril y con un Estadio Obras anunciado para julio, Skay Beilinson sigue su ritmo de recitales todos los meses y lanzamiento de música nueva.

En nuestra ciudad la fecha será el viernes 22 de agosto en La Rosa Disco (Av. Paraguay 2203), a las 21. Momento clave para la comunidad ricotera salteña que suele abarrotar los bares donde hay tributos y covers de Patricio Rey. ¿Llenarán el boliche de zona sur? ¿En cuánto tiempo se completará esa capacidad de 2500 personas?.

La primera tanda de entradas tiene un valor de $50.000 (más gastos de servicio) y ya están disponibles en Paseshow. Puntos de venta: Morrison Rock (Caseros 646, Galería Vía Nuova local 7), Pago Fácil (Alvarado 690). En San Salvador de Jujuy: E y M Pago Fácil (Belgrano 969). En San Miguel de Tucumán: La Rockeria (Bs As 39, local 6). La capacidad es limitada y el recital es exclusivo para mayores de 18 años.

Dos semanas antes, el sábado 9 de agosto, desde las 21, Skay y Los Fakires se presentarán en Santiago del Estero. El show será en el Nodo Tecnológico (Av Los Molinos, La Banda) a las 21. Es un espacio provincial multiuso donde se suelen realizar conciertos y distintas actividades culturales.

El show será el debut de Beilinson en esa provincia. La primera tanda de entradas tiene un valor de $50.000 (más gastos de servicio) y ya están disponibles en Paseshow. Puntos de venta: Black Store Rock (Pellegrini 125, Galeria Miguelito, local 26) y Huaucke (Calle Avellaneda 157, Galería Paseo de la Ciudad, Local 31 1° piso). La capacidad es limitada y el recital es apto para todo público.

En el verano, Skay protagonizó un hecho curioso en el Cosquín Rock:

Tucumán | El Tano Marciello llega con su homenaje a Almafuerte

Redacción

El show será en noviembre. Las entradas ya están a la venta.

Ricardo Iorio falleció pero su música sigue viva. Y uno de los que la transmite por los escenarios del país es Claudio «Tano» Marciello, uno de sus máximos compañeros de ruta. De esta manera, el guitarrista traerá al NOA su Conmemoración a Almafuerte.

El show será el sábado 1 de noviembre, desde las 21, en el Club Sportivo Floresta (Avenida Colón 471), de la ciudad de Tucumán.

El Tano llegará a la región junto a Leandro Radaelli (bajo y voz), Giuliano Noe (guitarra) y Melina Marciello (batería). El año pasado agotó dos fechas en el Teatro Flores y realizó un emotivo concierto en el estadio Malvinas Argentinas de CABA.

Las entradas ya se consiguen en Mi Anticipada. La primera preventa cuesta $40.000 (más costo de servicio). En Tucumán se venden en Lunáticos Viajantes (Mendoza 148) y La Rockería (Buenos Aires 39).

Por el momento no hay información sobre fechas en otras ciudades del NOA.

Foto: Lautarobus – Facebook CTM

Sacate la mierda | El Plan de la Mariposa vuelve al NOA

Federico Anzardi

Hablamos con Sebastián Andersen antes del regreso de la banda a nuestra región. Los shows que se vienen, el crecimiento constante y una producción especial para captar la energía del Norte.

Fotos: Prensa 300 Producciones

En agosto, El Plan de la Mariposa regresará a nuestra región para brindar tres conciertos. Serán shows en Salta, Tucumán y Jujuy que forman parte del enorme recorrido que realiza la banda de los hermanos Andersen por los escenarios de todo el país.

El Plan se encuentra en constante ascenso en materia de popularidad. El grupo llegará al NOA después de anunciar su primer estadio para el próximo 11 de octubre en la cancha de Argentinos Juniors, en Buenos Aires. Pero también prepara otros conciertos en distintas localidades nacionales y del exterior, donde desplegarán las canciones de sus seis discos de estudio.

La banda de Necochea, que ya lleva más de una década de actividad, mantiene su habitual intensidad energética que se percibe desde arriba y desde abajo del escenario. Una conexión con sus fans que ya es otra de las características del viaje artístico del Plan. De eso habló Sebastián Andersen, cantante del grupo, en este diálogo con Rock Salta.

¿Cómo se renuevan las expectativas y las ganas de volver a los lugares? ¿Volver ya los entusiasma, o hay algo más que se busca?
Creo que cuando vamos para esa zona nos mueve también que es una zona que tiene una cultura propia muy particular. Eso lo he disfrutado muchas veces. Por un lado, yendo a tocar, porque hemos ido algunas veces. Pero también viajando, estando allá un tiempo. Creo que cuando te acercás ahí, a la Cordillera, y toda la cultura que tiene el Norte, me gusta mucho, la disfruto. Es muy profunda. Y es especial poder ir y estar por ahí. Siempre nos sentimos bien recibidos, desde las primeras veces que íbamos, que por ahí hacíamos fechas más chicas, con menos gente. De hecho, en algunos viajes también hemos ido de mochileros, tocando en la calle, compartiendo con el que nos cruzáramos por ahí. Siempre nos sentimos bien, con mucha hospitalidad, con muy buena onda. Igualmente nos gusta mucho tocar, entonces ya el sólo hecho de salir nos predispone bien. Pero si encima tiene el condimento de ir hacia lugares que tienen mucha cultura para dar, le suma.

¿Hay alguna diferencia, más allá de las obvias, en tocar como músico callejero que en un escenario? En el sentido de la vibra, de cómo los tratan, cómo escucha la gente, cómo se sienten ustedes.
Es bastante diferente. La calle tiene algo que me gusta, que es que te enfrentás a lo inesperado. De cómo vas a ser recibido, cómo te van a tratar. Hemos tocado en lugares donde… no sé… Entrábamos a tocar a un restaurant o a un bar y decíamos «Hola, ¿podemos tocar?», a la tarde, en una situación así, bien de viaje, y tocar y que nos reciban recontra bien. Que justo haya alguien que trabaja en una radio y que nos dice vengan, y después vamos y de ahí nos invitan a comer. Se abren puertas y posibilidades. Como también hemos ido a tocar y de repente hay uno que te sacude un pedazo de pan. Y eso también es interesante de la calle. Tiene esa adrenalina. Lo mismo en el subte, cuando vinimos a vivir a Buenos Aires, e íbamos a tocar. Por ahí está el que te recibe con la mejor y después está el que está en la mala y anda tirando la mala para afuera. Porque es así: exponerte tiene esa adrenalina. En cambio, cuando tocás en el escenario, generalmente hay gente que está bien predispuesta, que tiene ganas de ir a recibir eso. Y también lo que podés dar es más interesante a nivel técnico, porque tenés micrófonos, pantallas. Tenés todos los recursos para que la obra de arte se luzca. Entonces eso también es como si fuera un potenciador que te ayuda. Lo otro sos vos y la guitarra y dale porque si no ni se escucha. Los dos tienen su propia adrenalina. La calle es muy linda. A mi me gusta mucho tocar. De hecho, ahora cuando vamos de viaje a veces vamos y tocamos un rato en la calle en cualquier lado.

De alguna manera la música siempre canaliza las emociones de la gente. En un escenario están todos a tu favor y en la calle por ahí te encontrás con otra cosa. Pero la música siempre provoca algo, ¿no?
Es una buena pregunta preguntarse para qué está la música en la humanidad. O qué sentido tiene. Y me parece que colabora con abrir un poco la parte racional. Y permitir a cada uno entrar un poquito más adentro, conectar un poco más con las emociones. Y bueno, cuando se abre alguna puerta, adentro puede haber cualquier cosa. Depende también de cada uno, del momento que esté viviendo. Y creo que eso tiene que ver con lo que decís. Que la música abre. Abre espacios y en esos lugares se pueden encontrar cosas lindas, o por ahí cosas más densas que le estén pasando a cada persona.

Esa conexión se percibe mucho en los recitales de El Plan.
A nosotros nos gusta esa cosa medio ritualesca de sacar la mierda para afuera. Poder descargar y conectarse con lo que te esté pasando, y transpirar y sacar para afuera lo que tengas que sacar. Eso me parece que es parte de lo que nos resultó atractivo cuando empezamos a hacer esta historia. Nosotros empezamos a tocar, tocábamos en casa y venían amigos y pintaban improvisaciones, y era un momento de catarsis, de sacar. De liberar la opresión que se siente la vida, la cosa de producir, de cumplir, de los mandatos, de todo eso. Un poco sirve para purgar eso, ¿no? Para poder soltarlo. Ese es el ritual que, más allá de El Plan, a mí me encanta, y ojalá lo logremos lo mejor posible. Creo que los recitales en vivo en general tienen un poco esa característica. De poder ir y soltar el cuerpo. Y de bailar como se te dé la gana. Liberándote y moviéndote. Si sabés bailar de una forma y te gusta así, buenísimo. Y si es de otra, también está bien. A mí me gusta eso. De hecho me gusta bailar, también. Bailar de cualquier manera. Hasta de una manera espástica y arrítmica. Porque también la invitación es ésa: no a seguir ninguna forma, sino a conectarse, darle espacio a lo que hay adentro para que salga. Para después sentirnos más livianos y tener mejores pensamientos.

Más allá de la gira NOA, van a dar un recital muy grande en Argentinos Juniors. ¿Cómo les pega eso?
Y está bueno. Es un desafío grande, es una cancha de fútbol. Es la primera vez que hacemos un recital así y es un desafío fuerte, donde mucha gente nos tira buena onda, nos acompaña en este viaje. Se siente esa contención de parte de un público que ya conocemos y que viene hace muchos años. Fue parte de un proceso, también. Hicimos primero lugares más chicos que igual en su momento se percibían como grandes para nosotros. El primer Niceto, Vorterix o Flores, Opera. Después hicimos Obras, después dos Lunas, después hicimos Movistar el año pasado. Y este era un paso natural, entre comillas. De ver cuál era el próximo desafío. Y encima te invita a armar toda una puesta, a pensar la energía del viaje que vamos a proponer ese día. Porque eso nos interesa. Poder armarlo y que sea un recorrido cuidado que pase por distintos estados anímicos. Pensar eso es muy atractivo, divertido. Y no deja de sorprendernos: «Guau, vamos a hacer una cancha de fútbol». Es fuerte también. Nosotros somos una banda independiente, somos cinco hermanos, somos siete músicos tocando, y aparte de todo el equipo, que somos los mismos hace un montón de tiempo. Y todos estos desafíos nos ayudan a alinear la energía. A poner un objetivo y vamos todos detrás. Es una gran oportunidad para dar lo mejor de cada uno de nosotros y poder entregar y encontrar espacio para dar todo lo que tenemos adentro. Nos hace ponernos más las pilas, ensayar más. Nos hacen bien internamente estos desafíos más grandes. La idea es ir ahora de gira al Norte y después nos vamos a quedar un día más y vamos a filmar unas canciones allá en Jujuy, en algún paisaje. Es parte de todo eso: se viene el estadio, hagamos estas cosas. Trae una energía para meterle con todo. Después, si sale bien o mal, lo importante es darlo todo. Igual va a salir bien porque mucha gente nos acompaña.

¿Cómo es lo de la grabación en Jujuy?
La idea es hacer unos temas en un entorno natural y grabar unas versiones semiacústicas. Vamos a la gira con dos amigos que son cámaras y tenemos el sonido para grabar bien, con Santiago McCarthy, que es el sonidista del vivo y es el mismo que grabó y mezcló el último disco. Entonces estamos ahí, tenemos esa oportunidad, y es algo que tiene que ver con lo que hacemos siempre, que muchas veces viajamos, en YouTube o Instragram hay un montón de videos. Ahora estuvimos en Bogotá, también estuvimos grabando. Pero esto sería darle una forma un poco más profesional, ponele, en vez de que sea solamente tocar en un lugar. O al menos esa es la intención. La idea es grabar cuatro o cinco canciones que queden lindas en un entorno de naturaleza, para atraer esa energía a las canciones y al Plan y nosotros integrarnos a esos paisajes.

¿Esa producción va a ser algo único o va a formar después de otra cosa más grande?
No, algo único, ahí. Nos gusta mucho el Norte, hemos ido muchas veces. Eso que te contaba. Y justo se dio que podemos estar un día más, que a veces no podemos, entonces la idea es aprovechar el día en Jujuy e ir a Purmamarca o ya veremos dónde exactamente, y grabar canciones en ese entorno. Entonces estamos preparando unas versiones que tienen que ver con esos colores, con esos paisajes, con esa sonoridad.

¿Qué canciones preparan?
Creo que vamos a hacer seguro «Es por ahí», «El riesgo», y las otras dos estamos probando.

Si van con cámaras y sonido pueden grabar toda la gira también.
Sí, vamos a grabar toda la gira, pero por ahí no vamos a grabar canciones enteras. Esto va a ser documentar la gira y subir todo lo que vamos viviendo. Esto va desde Jujuy a Ushuaia. La idea es ir contando toda la experiencia de recorrer este país que es hermoso, increíble, y tiene millones de variantes y de formas de vivir, y de climas, paisajes. Y compartir eso, lo que vemos y vamos viviendo.

La Gira NOA

El Plan de la Mariposa se presentará en Salta el domingo 10 de agosto, desde las 20, en el Teatro Provincial (Zuviría 70). Las anticipadas se consiguen a $38.000 (más gastos de servicio) en Entrada Segura.

Un día antes, el sábado 9 de agosto, el grupo estará en Tucumán. El show será en Club Floresta (Av. Colon 471), desde las 20. Las anticipadas se consiguen en Entrada Segura a $38.000 (más gastos de servicio).

La gira finalizará el lunes 11 de agosto, cuando El Plan se presente en San Salvador de Jujuy. El show será a las 21 en el Teatro Mitre (General Alvear 1009). Las entradas se consiguen a $30.000 (más gasto de servicio) en TicketsForLovers.

Rock salteño | Adobe se presenta en Cafayate

Redacción

La banda actuará este sábado 26 de julio en Casa Árbol.

Este sábado 26 de julio, desde las 21, la banda salteña Adobe se presentará en Cafayate. El show será en Casa Árbol (Calchaquí 70) desde las 21.

Con un estilo propio y una propuesta sonora profundamente enraizada en el norte argentino, Adobe fusiona letras comprometidas con su entorno y ritmos autóctonos que dialogan con el rock sin perder autenticidad. Su sonido mezcla elementos del reggae, el indie y lo ancestral, revestidos de una estética cruda y potente, propia del rock clásico.

El grupo está conformado por Pablo Domingo en batería, Emilio Barrabino en guitarra y voz, Ismael Castro en bajo y Violeta Barrabino en voz. Juntos proyectan una identidad musical sólida y diversa, capaz de conectar con públicos de diferentes generaciones.

Casa Árbol es un espacio cultural independiente que promueve la música local y nacional en un ambiente íntimo y acogedor, ideal para disfrutar de propuestas artísticas con identidad.

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En agosto | Buenos Vampiros regresa al NOA

Eduardo Pece

Tocarán en Salta, Jujuy, Tucumán, Santiago del Estero y Catamarca. Entradas a la venta.

Buenos Vampiros una de las bandas insignia de la nueva escena alternativa argentina regresarán al NOA en el marco de su Gira Nacional 2025. Estarán brindando shows en Salta, Jujuy, Tucumán, Santiago del Estero y Catamarca.

Vienen a presentar Entre Sombras (2024) su tercer disco, elegido por la critica especializada como uno de los mejores del año pasado.

La fecha en nuestra ciudad será el sábado 9 de agosto desde las 22 en Fábrica de Música (Balcarce 875). Contará con la participación de Dies Nöktva y Mi Mundo Real (Jujuy). Primeras entradas a $10.000 (más gastos de servicio). A la venta en alpogo.com. Punto de venta: Atipíko (Zuviria 408). Evento para mayores de 18 años.

La gira iniciará en Santiago del Estero el jueves 7 de agosto en Tinkuy Patio Cultural (Av. Pastor Mujica s/n, Club Hípico Parque Aguirre) desde las 21. Las primeras entradas tienen un valor de $10.000 (más gastos de servicio) por alpogo.com. Puntos de venta: El Observatorio (Independencia 1665), Summeria Bar (Mitre 562) y Black Store Rock (Pellegrini 125, Gal. Miguelito, Local 26).

En Tucumán se presentarán el viernes 8 de agosto en Magic Music Box (Jose Colombres 427) desde las 21. Entradas anticipadas a $14.000 se consiguen en alpogo.com.

En San Salvador de Jujuy la fecha será el domingo 10 de agosto en Monte Casa de Arte (Sánchez de Bustamante 167) desde las 18, junto a Mi Mundo Real, Huancares y Mendøza DJ Set. Últimas entradas a $10.000 (más gastos de servicio). A la venta en alpogo.com. También por transferencia en el Instagram de Próximo Movimiento.

La semana siguiente tocarán en la provincia de Catamarca. Será el viernes 15 de agosto en La Casa De Los Gatos (Cornelio Saavedra 164) desde las 21, junto a María Sangrienta. Entradas contactando con la sala en Instagram.

Jugando en la oscuridad

Nacida en la primavera de 2018, Buenos Vampiros está conformada por Irina Tuma (guitarra y voz), Ignacio Perrotta (guitarra y voz), Luana Giobellina (bajos y coros) y Mora Murguet (batería). La banda propone una atmósfera oscura, llena de melancolía, y melodías bailables, con letras que transmiten drama, angustia, amor y enojo.

Su debut fue con Paranormal (2019) y se afianzaron con Destruya! (2022). Su tercer disco Entre Sombras fue lanzado en julio de 2024. El material tiene once canciones y fue editado por el sello independiente Casa del Puente Discos y producido por Estanislao López (Mujer Cebra, El Club Audiovisual, El Nota). Cuenta con la participación de la referente del punk español Ana Curra, que aporta coros y teclados en algunas canciones.

«Entre sombras es el fiel reflejo de un interrogante melancólico y nebuloso que azota, día tras día, a gran parte de una generación que se encuentra inmersa y completamente atravesada por una cotidianidad rebalsada de incertidumbre, descontento y emocionalidad», decía el periodista Juan Alonso en el sitio especializado Indie Hoy, que lo eligió como uno de los mejores discos del año pasado.

“Un regalo para todos” | Escuchá la nueva canción de Los Piojos

Redacción

Luego de sus últimos conciertos, la banda se reunió una vez más en un estudio para grabar su primer tema en 18 años.

Este domingo 20 de julio a las 18.07, Los Piojos lanzaron “Paciencia”, su nueva canción, la primera que publican en 18 años.

“Un regalo para todos los que nos acompañaron en este reencuentro”, aseguró el grupo en sus redes sociales.

La banda registró la canción luego de sus conciertos finales en el estadio de River Plate. Si bien Los Piojos se despidieron de su público tras seis meses de conciertos, también aseguraron que esta vez el reencuentro no tardará tanto en concretarse de nuevo.

Te puede interesar:

Va la tercera | Furor por Airbag en Salta

Eduardo Pece

Los hermanos Sardelli darán tres shows en el Estadio Delmi en agosto.

Airbag se presentará nuevamente en Salta en agosto. Será en el Estadio Delmi (Ibazeta y O’Higgins). La banda de los hermanos Sardelli llegará a nuestra ciudad en uno de los mejores momentos de su carrera.

Las entradas para el viernes 29 de agosto y las del sábado 30 de agosto se vendieron en horas y la banda confirmó una nueva fecha para el jueves 28 de agosto.

Las entradas son generales y tendrán un precio de $55.000 (más gasto de servicio). Se consiguen exclusivamente desde el jueves 17 de julio a las 12.00 en NorteTicket.

En Vaqueros | Festival Todo vuelve al valle

Eduardo Pece

Con Emi Livelli, New Rusia a la Vinagret, Tony y el muñeco de trapo, Valen Taina, Pilu y los cordobeses Ciervo debuta esta nueva propuesta en el norte de la ciudad. Entradas a la venta.

Todo vuelve al valle es un festival que en su primera entrega mezcla propuestas de bandas como Tony y el muñeco de trapo, Valen Taina y Cyan y los cordobeses Ciervo, y artistas en plan solista como Emi Livelli, New Rusia a la Vinagret y la joven Pilu.

Se realizará este sábado 19 de julio desde las 19 en Espacio Bambú (Av. San Martín 575, Vaqueros). La segunda tanda de entradas anticipadas tiene un valor de $12.000 (más gastos de servicio) y se consiguen en alpogo.com. Punto de venta: Atípiko (Zuviría 408). En puerta amentará el precio.

Todo vuelve al valle se presenta como un nuevo espacio en la escena salteña, donde el factor común gira en torno a los cerros que delimitan ciertas fronteras de la capital salteña para con el resto. El valle como punto de partida y como punto final, el retorno a la raíz, al origen. Este hilo conductor se traslada tanto a lo musical como a la elección de la locación, el municipio de Vaqueros.

La Pilu / Emi Livelli

El festival, que será la antesala al festejo del día de la amistad, contará con dos escenarios, uno principal donde se presentarán las tres propuestas en banda, y un segundo bajo las estrellas que gozará de carácter acústico con las tres opciones solistas. Ambos se irán intercalando en el transcurso de la noche.

Tony y el muñeco de trapo / New Rusia a la Vinagret

La producción de Todo vuelve al valle esta llevada a cabo por Agencia Emme, productora ligada a la comunicación, imagen, booking, management y prensa de proyectos musicales. El festival cuenta también con el acompañamiento de Fulanito, Rusia Bebidas y Rock Salta.

Cordobeses por el NOA

A los conocidos proyectos salteños en Todo vuelve al valle se le suma la visita de la banda cordobesa Ciervo, proyecto que en consonancia con el concepto del festival surge entre la ciudad de Córdoba y el Valle de Calamuchita, del valle hacia el valle.

Con el eje puesto en la canción y una fuerte componente instrumental, su música se compone principalmente de pop y jazz. Actualmente Ciervo se encuentra presentando su primer material discográfico de larga duración Quiero quedarme a vivir aquí para siempre (2024) y su mas reciente single “Tender”.

El día anterior, viernes 18 de julio, la banda cordobesa se presentará en Tucumán. La fecha será en el reconocido Music Magic Box (José Colombres 427) desde las 21, junto a los locales Terapia Distópica. Las entradas anticipadas salen $6.000 (más gastos de servicio) y se obtienen en alpogo.com.

“A.N.I.M.A.L abrió una puerta diferente” | Andrés Giménez trae su legado al NOA

Federico Anzardi

Hablamos con el líder del trío que este fin de semana estará en Salta, Tucumán y Jujuy para presentar su nuevo disco.

Este fin de semana, A.N.I.M.A.L volverá a nuestra región. Y lo hará con una novedad: Legado, su nuevo disco, el primero de canciones inéditas desde Una razón para seguir (2018). El grupo de Andrés Giménez intenta volver a sus raíces con un sonido que lo caracterizó en otras etapas.

La banda se presentará en Salta este domingo 13 de julio, desde las 19, en Mosku (ex Jekyll, Avenida Monseñor Tavella, acceso a San Remo). Bandas invitadas: Kratos y Rebel. Las entradas se consiguen a $28.000 (más gasto de servicio) en Passline. Show sólo apto para mayores de 18 años.

La gira comenzará dos días antes, el viernes 11, en el playón del Club Sportivo Alberdi de Ledesma, Jujuy, desde las 21. Bandas invitadas: Memento Mori y Utopía. Las anticipadas se consiguen a $25.000 (más gasto de servicio) en Passline.

Al día siguiente, sábado 12, la banda estará en Tucumán. Allí se presentará en el Club Villa Luján (Don Bosco 2257), desde las 21. Bandas invitadas: Rebel y Kratos. Las anticipadas se consiguen a $28.000 (más gasto de servicio) en Passline.

El trío que completan Marcelo Castro (batería) y Cristian «Titi» Lapolla (bajo) viene de dar shows en Zárate, Santa Fe y Córdoba. También de presentar Legado de forma oficial en el Teatro Vorterix de Buenos Aires. Luego de la visita a nuestra región, el grupo seguirá por rutas nacionales y extranjeras. Tiene con qué. En diálogo con Rock Salta, Andrés Giménez dice que «la gente lo adoptó para bien» al nuevo disco. «Fue reencontrarse con ese viejo sonido histórico que tuvo A.N.I.M.A.L», agrega.

«De una vez por todas, uno se tiene que hacer cargo de lo que va dejando. Y yo creo que A.N.I.M.A.L se tiene que hacer cargo de que dejó un legado. Guste o no guste», sigue. «Por ahí suena medio agrandado, pero no es por ese lado. No me como ninguna película. Nunca me la comí, no me la voy a comer a los 58 años. Pero creo que hay que hacerse cargo de que A.N.I.M.A.L abrió una puerta. Abrió una puerta diferente, mostró una forma diferente de hacer metal. De unificar distintas corrientes. Del hardcore al heavy metal tradicional, el punk. Todo unido en una banda. Fuimos una de las tantas bandas de Argentina que salimos con nuestra bandera a defender nuestra música a toda Latinoamérica. Y hay que hacerse cargo de ese legado. Yo creo que era importante dejar este disco», opina.

Contame cómo están. Hicieron la presentación del disco hace unos días.
Súper felices. La verdad que fue un showzaso. La gente muy contenta y nosotros también. Tener disco nuevo, poder estar tocando, poder salir de gira es algo que nos gusta mucho. Y pasan los años y nos gusta cada vez más.

¿Cómo te sentiste en Vorterix? Porque supongo que la presentación oficial de un disco es más que un show más.
Y tenés una expectativa de ver cómo reacciona la gente con canciones nuevas que no están tan escuchadas, viste. La verdad que me asombró. Me asombró para bien. Porque arrancamos, hicimos todo el disco nuevo, y después hicimos un show largo con canciones históricas. Pero las dos partes estuvieron súper adrenalínicas para bien. De hecho, le dije a los chicos: hicieron bien los deberes. Porque se sabían todas las canciones nuevas. Fue muy lindo poder tocar canciones nuevas y ver que la gente te responde para bien.

¿Eso no había pasado con otras presentaciones oficiales?
Sí, pero hacía mucho tiempo que no sacábamos material nuevo inédito. Porque habíamos sacado Íntimo extremo, que son canciones de toda la vida de A.N.I.M.A.L. Entonces hacía un montón que no sacábamos canciones inéditas. Creo que hace como seis o siete años. Entonces, de golpe sacar canciones nuevas, que la gente las reciba bien, como sucedió con este disco, y encontrarte que en el show responden para bien, es un ida y vuelta bonito. Se siente una energía linda.

¿Pudiste charlar con algún fan sobre el disco? ¿O sólo tuviste el feedback del escenario?
No, el feedback de charlar con varios y que me digan guau, qué bueno, volvieron a eso que nosotros queríamos. Y ver redes sociales. Las redes sociales es imposible no mirarlas. Y los comentarios fueron mayoritariamente buenísimos. No cien por cien. A todos no le va a agradar lo que hagamos. Pero mayoritariamente, te digo un noventa por ciento, fue increíble para bien. A mí me sorprende porque es muy difícil para una banda como A.N.I.M.A.L seguir haciendo canciones nuevas y generar algo positivo. Generar lo que se generó con este disco. Que digan guau, qué bueno, es una vieja escuela, las canciones están buenísimas. Se parece a El nuevo camino del hombre, a Poder Latino. Es muy difícil lograr eso con una banda como A.N.I.M.A.L, que tiene muchos discos, treinta años de carrera, y que ya sorprender es muy raro. Y la verdad que nosotros grabamos canciones nuevas, hacemos discos nuevos y todo, siempre con un pensamiento de que nosotros nos sintamos felices. Suena egoísta, pero es la verdad. ¿Nos gusta a nosotros? Bueno, démosle para adelante. Si a alguien le gusta, le gusta. Y si no le gusta y lo comparan con otro, y bueno…. que sigan escuchando los viejos discos. Es medio por ahí, viste. Es difícil para una banda como nosotros seguir sorprendiendo. Y con este disco nos pasó para bien. La gente lo adoptó para bien. Fue reencontrarse con ese viejo sonido histórico que tuvo A.N.I.M.A.L y tiene hasta el día de hoy.

¿Y qué los llevó a ustedes, como banda, a retomar ese viejo sonido, que además era lo que pedía mucha gente?
Yo creo que nos hizo muy bien celebrar treinta años de Fin de un mundo enfermo. Porque principalmente a mí, que fui uno de los creadores de ese disco y grabé, me hizo reencontrar con memorias mías de muchos años. La cocina de mi casa, el grabador. Componer con el grabador fuera de todo lo digital que existe hoy en día. Bien vieja, vieja, escuela de composición. Y me dije por qué no volver a esto. ¿Por qué en un momento me fui de este rumbo? Y me hizo muy bien, porque tanto a Titi como a Marcelo también, viste. Nos reencontramos con una raíz que necesitábamos regar de nuevo para que siga creciendo. Y la verdad que fue maravilloso poder componer, trabajar juntos. Estar en un estudio como Romaphonic, que te brinda la posibilidad de tener una sala muy grande, donde podíamos dividir la batería en un lugar, el bajo en otro lugar, la guitarra en otro. Poder tocar juntos. Poder trabajar muy analógicamente. Es un estudio que tiene muchas cosas vintage. Mesas de sonido, procesadores. Y estaba bueno volver a eso.

Charly García dice que todas las ideas para sus canciones se le ocurrieron cuando era chico. ¿Eso puede pasar con las bandas también? ¿Los primeros años, aunque después no mantenga la misma formación, pueden direccionar lo que vendrá?
Yo creo que sí. Porque es como energético. Son momentos. Cada momento es diferente, es imposible volver a reemplazar lo que viviste con una formación o vos solo. La energía que vos tenías en el año 94. No es la misma energía que tengo ahora. Tengo treinta años más, la vida cambió muchísimo. Cambia la forma de pensar, de interpretar. Cambian muchas cosas. Pero lo que uno tiene que rescatar de esa aventura primitiva, primaria, es intentar recordar de dónde salió todo lo que salió. Y llenar de energía el momento nuevo. Y ese momento nuevo puede lograr que vuelvas a donde estabas anteriormente.

Por algo se siguen llamando A.N.I.M.A.L y no cambiaron el nombre de la banda. Hay algo que se mantiene.
Sí. Me llamaría de otra manera si hiciera una cosa nueva. Ya igual no creo que haga algo nuevo, estoy grande (risas). Pero puede pasar que no toquemos más en algún momento, pero no sé si emprendería algo como una banda nueva. Por ahí tocaría yo solo.

Cuando salió el disco dijiste que también te interesa hablar de la realidad. ¿Cuál es la realidad que ves?
Y la que vivimos todos. Un mundo que está viciado de locura. Lo que hablamos siempre con A.N.I.M.A.L. Me cuesta hasta repetirlo porque quedo como reiterativo, como pesado. Nosotros hablábamos en Fin de un mundo enfermo que se tenía que terminar ese mundo.

Y ahora está más enfermo.
¡Claro! Está todo peor. Entonces, por un lado es un buen alimento para seguir escribiendo, pero por otro es angustiante que no haya cambiado nada.

El disco es relativamente corto. ¿Te parece que es algo positivo de esta época? ¿O estaba bien cuando duraban sesenta o setenta minutos?
La idea no fue sacar solamente siete canciones, sino sacar siete este año y siete el año que viene. Entonces lo queríamos dividir de una forma. No queríamos lanzar catorce canciones juntas. Porque hay tanta cantidad de información que yo siento que se pierde la obra si la das como un balde de agua. Creo que está bueno entregar siete y el año que viene entregar otras siete, que sería la obra en general. Pero también me parece que siete canciones está bueno. A mí los discos muy largos a veces… Escucho las primeras cinco y después empiezo a saltear. O empiezo a apurar un poco para ver de qué se trata. Creo más en hacer siete canciones concisas que vayan al hueso, a hacer siete que vayan al hueso y seis más como relleno. Me parece que pasa por ahí.

La duración te deja un poco manija.
Y está bueno. Está bueno que te deje un poco manija. Es mejor que te deje manija a que vaya por el sexto tema y digas uhh… . Está bueno que te deje un poco manija un disco. A mí para un disco me gusta que sean nueve canciones. Me parece una cantidad buenísima. Pero también me gustan los discos de catorce o quince canciones.

¿La segunda parte de Legado va a tener el mismo título y un «volumen 2»?
No sabemos todavía. Por ahí tiene otro nombre.

¿Ya grabaron los otros temas?
No, no quise grabar y los chicos tampoco. Los tenemos compuestos, los estamos tocando en la sala, pero queremos entrar a grabar y agarrar la energía del momento. Me parece que es lo más honesto. Grabar siete canciones y dejarlas para el otro año, mmmm. Al otro año las escuchás de nuevo y decís uhhh, no, no me gusta. Es mejor esperar con esa frescura del momento y grabarlas en el momento.

¿Están haciendo en vivo alguna de esas?
No, gracias que estamos haciendo esas siete, que nos costó un montón tocarlas bien (risas).

Vos tenés una relación muy profunda con nuestra región. Hace un tiempo ibas muy seguido a Salta. ¿Seguís yendo de la misma manera?
Sí, me gusta mucho. En Salta tengo muchos amigos, le produje un disco a Juan Fuentes. Me parece un lugar maravilloso. Tuve familia en un momento viviendo en Salta. En Tucumán y Jujuy también. Familia de parte de mi mamá. Italianos que se fueron para el norte del país. Y tengo familia todavía. Dije tuve porque yo iba de chico al Norte. Y tengo una afinidad muy linda con el norte de Argentina. Me parece maravilloso el lugar, la gente es muy distinta a otra parte de Argentina. La gente es muy cordial, muy respetuosa, muy amable. Es muy lindo. Me encanta. De hecho, en un momento estuve por irme a vivir a Salta. Y después la vida me dejó acá.

¿Por qué pensaste la posibilidad de mudarte?
Porque me encanta. Porque me encanta el clima, me encanta la gente, porque me encanta. Me gusta. Me siento como parte. Es algo raro lo que me sucede. Yo llego al Norte del país, camino la calle, y siento que hubiera nacido ahí. Debe ser porque soy muy fanático del folclore. Entonces todo lo que es el Norte, Santiago, Catamarca, Jujuy, Salta, Tucumán, tiene mucho folclore. Y debe ser por eso también. Me atrapa por ese lado. Me atrapa la tonada que tienen al cantar. Me parece algo alucinante. Y también tiene algo que se me desarrolló a partir de A.N.I.M.A.L, y es que en el Norte del país es la parte donde más indigenismo argentino sigue existiendo. En el Norte y en el Sur. Pero en el Norte hay más. Entonces eso por ahí hace que algo me esté atrayendo todo el tiempo.